Diamo innanzitutto il benvenuto alla nuova collaboratrice della nostra redazione, la d.ssa Eleonora Rossero, che ci ha segnalato questo articolo a conferma di una tendenza già da noi individuata. Rileviamo infatti, da diverse fonti, , che nell’ultimo periodo la diffusione del mobbing si estende dai luoghi dove tradizionalmente era presente (settori industria e servizi pubblici e privati) ad altri ambiti, tra cui l’ambiente della scuola e dell’università., Pur non avendo un riscontro statistico nazionale del fenomeno, in quanto il nostro punto di osservazione, cioè lo Sportello d’ascolto, è limitato al territorio torinese, riteniamo utile presentare questa testimonianza. Precisiamo infine che l’articolo originale è soggetto a riproduzione riservata (legge 633 sul diritto d’autore per le opere dell’ingegno, applicabile anche a Internet), ma la pubblicazione di una sua sintesi, a puro scopo di discussione, con citazione delle fonti, degli autori e dei link all’articolo completo non ha finalità di sfruttamento economico né di concorrenza da parte di Risorsa ODV ETS).
Fonte: Roma Today – 10/03/2025
Link all’articolo completo:
https://www.romatoday.it/politica/molestie-universita-roma-tre-101-segnalazioni.html
Sintesi della redazione Risorsa, a cura della Dott.ssa Eleonora Rossero
L’Università Roma Tre si trova al centro di un acceso dibattito riguardante molestie, mobbing e discriminazioni di genere all’interno dell’ambiente accademico. Una recente iniziativa dei collettivi studenteschi, tra cui il collettivo transfemminista Marielle e l’associazione Link, ha portato alla luce in soli cinque giorni101 segnalazioni di molestie, riferite attraverso un questionario anonimo rivolto a studenti e studentesse, docenti, dottorandi/e e personale tecnico-amministrativo.
Le testimonianze raccolte evidenziano un pattern preoccupante: gli autori delle molestie sono spesso uomini in posizioni di potere, come tutor o docenti, mentre le vittime si trovano in una posizione gerarchica subordinata. Questo squilibrio di potere contribuisce a nutrire un clima di silenzio e di paura, in cui le vittime esitano a denunciare per timore di non essere credute o di subire ritorsioni in grado di pregiudicare il percorso professionale o di studi. Queste considerazioni suggeriscono l’esistenza di una componente “sommersa” del fenomeno, di dimensioni incerte, data dalle esperienze di mobbing, molestie e forme di violenza fisica, psicologica o sessuale che non vengono riferite, segnalate né denunciate da chi le subisce.
Purtroppo, lo scenario emergente all’interno dell’Università Roma Tre non è isolato: anche presso l’Università La Sapienza di Roma un’indagine realizzata nel 2024 aveva rivelato casi diffusi di molestie, spesso ai danni di donne che hanno individuato gli abuser tra i pari (studenti) o tra i docenti (in oltre il 22% dei casi).
A seguito dell’indagine, i collettivi studenteschi dell’Università Roma Tre hanno lanciato la campagna “Car3”, che nasce dalla riscontrata scarsa conoscenza tra gli studenti dell’esistenza di servizi come il centro antiviolenza universitario – dedicato a Sara Pietrantonio, vittima di femminicidio – e la figura della consigliera di fiducia interna all’università, sottolineando la necessità di una maggiore informazione e accessibilità a tali risorse.Un elemento particolarmente critico è l’assenza di un codice antimolestie specifico all’interno dell’ateneo: uno strumento che i collettivi vorrebbero sviluppare, coinvolgendo in modo trasversale e plurale tutti i gruppi che vivono e attraversano il contesto universitario. La campagna si propone dunque di sensibilizzare la comunità accademica e di promuovere l’adozione di un codice antimolestie, a tutela di tutte le soggettività e a contrasto delle discriminazioni su base razzista, abilista e di genere.
Le dinamiche descritte riflettono strutture di potere radicate e una cultura istituzionale che spesso minimizza, ignora o svaluta le esperienze delle vittime. L’assenza di strumenti adeguati per affrontare le molestie non solo perpetua l’impunità, ma contribuisce a riprodurre un ambiente accademico percepito come insicuro e discriminatorio.
È fondamentale che le istituzioni universitarie riconoscano la gravità del problema e adottino misure concrete per garantire un ambiente sicuro e inclusivo per tutti e tutte. Le misure in tal senso potrebbero includere l’implementazione di codici antimolestie specifici, la sensibilizzazione e la formazione specifica del personale degli atenei e del corpo studentesco, nonché la promozione di una cultura del rispetto e dell’inclusione.
Se l’iniziativa dei collettivi studenteschi di Roma Tre ha offerto uno stimolo importante per sollevare il problema ed evidenziarne la rilevanza, è necessario perseguire un cambiamento attraverso un’analisi sistematica del fenomeno, un impegno continuo e sistemico da parte delle istituzioni, e una strategia sviluppata a partire da competenze specifiche per affrontare efficacemente le molestie e le discriminazioni di genere all’interno delle università.