VIII EDIZIONE DELL’ACCADEMIA DI ALTA FORMAZIONE POLIS POLICY – 29 NOVEMBRE 2024 – Relazione a cura di Ferdinando Ciccopiedi
Da diversi anni i nostri Volontari partecipano a queste giornate organizzate dall’associazione www.difendiamoilfuturo.it che offrono un quadro di riferimento sociale e politico all’attività del volontariato. Non si tratta quindi dei temi che più direttamente riguardano Risorsa, ma utili a capire il contesto in cui opera. Il titolo della prima giornata era: “Difendiamo la democrazia”, un argomento molto attuale, trattato da illustri docenti e relatori, dei quali, secondo la consuetudine, non citiamo i nomi ma solo i contenuti. Vediamone alcuni:
Premesso che, purtroppo solo il 20% della popolazione mondiale vive in vere e proprie democrazie, viene qualificato il loro significato, cioè che nessuno ha la totalità del potere, poiché esistono vincoli esterni per chi lo detiene, sia il popolo sovrano , si chi lo esercita per rappresentanza, soggetto esso stesso forme di garanzia. Pertanto i soggetti della democrazia sono i singoli cittadini, ma anche le formazioni sociali (per puro esempio i sindacati o le associazioni). In Italia esiste un documento importante a garanzia di diritti e doveri che è la Costituzione, la quale “fotografa” la realtà e la inquadra declinando alcuni principi nei suoi primi articoli
– sovranità del popolo (che non coincide con gli elettori, ma è un termine più ampio), -diritto d’asilo di coloro che non possono esercitare tale sovranità
-diritti inviolabili, tra cui la solidarietà sociale e la sussidiarietà tra organizzazioni diverse, pubbliche e private
-rimozione degli ostacoli allo sviluppo, specie se sostenibile secondo gli obiettivi dell’Agenda ONU 2030
-limitazione o cessione di sovranità rispetto a organismi sovranazionali, che devono rispettare le tradizioni dei Paesi membri, purchè ispirati a principi di eguaglianza
-potere giudiziario, soggetto anch’esso alla legge e che può avvalersi della partecipazione di cittadini e fa da contrappeso agli altri poteri per garantire equilibrio tra rappresentatività e governabilità
-difesa delle libertà individuali, collettive, partecipative (es. lobbies), istituzionali e religiose
La conclusione di questa “lectio magistralis” del primo, autorevolissimo relatore, è che la democrazia non si esprime solo nel momento elettorale, ma che deve porre attenzione, per essere difesa, alla vita quotidiana degli attori della vita sociale.
Gli altri 2 relatori fanno riflettere sul fatto che la democrazia deve orientata ad una “tensione ideale”, non limitata alle azioni di governo, magari di oligarchi tecnocrati o sovranisti, più pericolosi della vitalità dei cittadini, ma comprendente anche i cittadini aggregati in organizzazioni. Fatto osservare che l’attuale legge elettorale a liste bloccate non permette ai cittadini di scegliere con consapevolezza, ritengono fondamentale che il concetto di democrazia venga insegnato fin dalla scuola con l’educazione civica per sconfiggere “l’analfabetismo democratico”. Anche nel mondo del lavoro deve esserci partecipazione di tutti i soggetti, poiché da soli non è possibile parlare di solidarietà, pensando anche alle generazioni future e a nuovi modi di vita e lavoro. A fronte di queste sfide gli attuali strumenti di ammortizzatori sociali appaiono arrugginiti e occorrono anche micro-iniziative capaci di migliorarli. Infine, una considerazione riferibile al mondo del lavoro e che mi è piaciuta molto è stata che la “Responsabilità Sociale d’Impresa” è un modo per coinvolgere datori di lavoro e dipendenti nel raggiungimento di obiettivi non solo di profitto a breve termine, ma anche di reputazione a lungo termine, destinati a implementare, in tutti i settori della vita aggregata, proprio il concetto di democrazia. E’ quanto sostengo da anni che la RSI (o con acronimo anglosassone CSR) sia il modo di risolvere “ a monte” il fenomeno del mobbing e del disagio lavorativo, che è poi la mission di Risorsa per quanto riguarda il mondo del lavoro. Ma per riportare il discorso ad una visione più ampia, nella parte dedicata alle domande di numerosi partecipanti a questa prima sessione, ho chiesto come mai l’oligarchia intesa nella radice etimologica dell’antica Grecia (arke o guida, visione del futuro di pochi illuminati), non fosse stata considerata come contrapposta alla democrazia (kratos o forza, quasi violenta, del popolo), mentre oggi il “governo dei migliori”, non riesce a parlare alla “pancia della gente”. Mi è stato risposto che i moderni oligarchi, identificati nei tecnocrati, pur possedendo indubbie qualità di competenze non hanno il…cuore per migliorare la società. L’augurio è che questo cuore, specie rivolto ai deboli, prima o poi esca fuori !